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Alimentazione

Il lato oscuro del… Pompelmo

friday june 7th, 2013 Alimentazione
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INTERAZIONE FARMACI – ALIMENTI
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Il frutto di pompelmo viene raccomandato dall’American Heart Association del 2006: è ricco di vitamina C, potassio e fibre dietetiche, ha un basso apporto calorico, viene pubblicizzato in molte riviste. E’ consigliato anche come un buon dimagrante, è uno dei pochi succhi che si trovano facilmente senza zuccheri aggiunti , ma, come in tutte le cose , va bene per tutti ?

Esiste qualche controindicazione al suo utilizzo ?

Purtroppo esistono delle gravi controindicazioni. Forse non tutti sanno che l’assunzione di particolari cibi ,bevande o piante fitoterapiche (integratori) può modificare l’efficacia del farmaco che si assume in corso di una terapia.

L’interazione farmaci ed alimenti è un aspetto della clinica poco considerato o spesso non conosciuto.

Il succo o il frutto di pompelmo così come le arance amare o le marmellate di arance amare o i lime che vengono anche utilizzati in molti cocktail ,contengono tutti una sostanza chiamata furanocumarina o bergamottina in grado di inattivare un enzima intestinale, la citocromo P450-3A4 che serve ad inattivare alcuni farmaci.

Si ha “overdose” da farmaco perché questo resta in circolo senza venire eliminato .

David Bailey, ricercatore canadese del Lawson Health Research Institute, che per primo ha descritto quest’ interazione gia’ 20 anni fa, ha compilato una lista di 85 farmaci sul mercato il cui effetto e’ influenzato da questo frutto. Tra i medicinali ci sono quelli comuni contro il colesterolo, nuovi agenti anticancro, farmaci psichiatrici, alcuni immunosoppressori presi dopo il trapianto di organi, farmaci per l’aids e pillole contraccettive.

Alcune interazioni farmacologiche del succo di pompelmo possono essere molto gravi : dall’ insufficienza renale o respiratoria, al sanguinamento gastrointestinale, alla tossicità su reni etc.

Facendo un ragionamento inverso però si potrebbe sfruttare questa peculiarità del succo di pompelmo per ottenere gli stessi risultati assumendo un terzo,  o anche meno, del farmaco. In questo modo, questo è il ragionamento che ha promosso un nuovo studio condotto dai ricercatori statunitensi dell’University of Chicago Medical Center e pubblicato su Clinical Cancer Research., non solo si beneficia di un effetto maggiorato del farmaco ma si riducono di conseguenza gli effetti collaterali, dato che se ne assume in dose minore.

 

Dott.ssa Parisani Valentina
Dottore di ricerca in “ Obesità e Patologie Correlate”